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Baha Taher

Nato a Giza, autore di novelle, romanziere, drammaturgo, critico letterario e saggista, è uno dei più noti scrittori arabi contemporanei, appartenente al cosiddetto gruppo “Generazione degli anni ’60”. Ha vissuto a lungo in Europa, anche in Italia, lavorando per organizzazioni internazionali. Ha pubblicato raccolte di racconti, quali Il fidanzamento (al-Khutùba, 1972), Ieri ti ho sognato (Bi ’l-amsi halamtu bi-ka, 1980), Ana al-malik gi’t (Io, il re sono giunto, 1985), Sono andato presso una cascata (Dhahabtu ilà shallàl, 1998), e i romanzi Sharq al-nakhìl (A oriente del palmeto, 1985), Qàlat Duhà (Doha ha detto, 1985), Punto di luce (Nuqtat al-nùr, 2001) e Wahàt al-ghurùb (L’oasi del tramonto, 2007), per il quale, nel 2008, gli è stato assegnato ad Abu Dhabi l’Arab Booker Prize. Nel 1998 lo scrittore aveva ricevuto al Cairo il premio “Nagib Mahfuz”, mentre in Italia gli sono stati conferiti a Castel Goffredo il premio “Giuseppe Acerbi” edizione 2001 e, a  Cagliari, il premio “Francesco Alziator” nel 2008.

Opere in italiano:

Zia Safia e il monastero
Traduzione e Postfazione di G. Margherita, Roma, Jouvence, 1993, pp. 118.
Titolo originale: Khàlatì Safiya wa ’l-dayr (1991).

Questo romanzo è la prima opera di Baha Taher tradotto in una lingua occidentale. Alle porte di un villaggio abitato da contadini musulmani, sorge un monastero copto, frequentato da tutti gli abitanti del luogo. Attraverso gli occhi di un bambino, è narrata con acume, perizia e fine psicologia, la drammatica e dolorosa vicenda della bellissima Safia e di Harbi. Il lavoro vuol essere soprattutto un inno alla libertà e un invito al dialogo interculturale e interreligioso, che non è una semplice utopia, a partire da un piccolo villaggio dell’Alto Egitto. 

L’amore in esilio
Traduzione e Postfazione di P. Viviani, Nuoro, Ilisso, 2008, pp. 257.
Titolo originale: al-Hubb fì al-manfà (1995).

Il romanzo è ambientato in un imprecisato Stato europeo, nel 1982, anno del massacro dei palestinesi nei campi profughi di Sabra e Chatila, in Libano. La vicenda personale del protagonista, un giornalista egiziano, che è stato costretto a lasciare la terra natale per vivere in terra straniera, si intreccia con la Storia dei nostri tempi. L’uomo, disilluso dalla vita, con alle spalle un matrimonio fallito, ritrova improvvisamente anche l’amore con una giovane donna austriaca. Come scrive la traduttrice nella Postfazione: “Parafrasando il titolo del romanzo, l’amore davvero sembra essere andato in esilio…” Il protagonista osserva lucidamente le tragedie della nostra epoca, dal Sud America alla Palestina, e cerca di reagire alla crudeltà e all’egoismo imperanti.

Racconti apparsi in antologie:

Dai racconti di ‘Armàn il Grande, in Figli del Nilo. Undici scrittori egiziani si raccontano (a cura di F. Prevedello), Messina, Mesogea, 2006, pp. 21-29.

Ieri ti ho sognato (trad. di G. Margherita), in Narratori arabi del Novecento (a cura di I. Camera d’Afflitto), 2 voll., Milano, Bompiani, 1994, pp. 225-244.

Il fidanzamento, in Fuori degli argini.  Racconti del '68 egiziano (a cura di L. Casini), Roma, Edizioni Lavoro, 2003, pp. 3-20.

Il pugno (trad. di L. Capezzone), in Silenzi. Storie dal mondo arabo (a cura di I. Camera Il d’Afflitto), Cava de’ Tirreni (Sa), Avagliano Editore, 1999, pp. 101-116.

Ma, in L’altro Mediterraneo. Antologia di scrittori arabi del Novecento (a cura di V. Colombo), Milano, Mondadori, 2004, pp. 223-231. 

 

 

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