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Yahya al-Taher ‘Abdallah

Nativo del villaggio di Karnak (Luxor), si trasferisce al Cairo nel 1963 per dedicarsi esclusivamente alla letteratura, diventando uno degli scrittori più originali della “Generazione degli Anni Sessanta”.  Noto per l'abitudine di recitare le sue opere a memoria nei caffè della capitale, cerca di ispirarsi alla tradizione orale per creare una prosa nuova e personale in cui abbina la ricercatezza linguistica ai ritmi della narrativa popolare. Un chiaro richiamo alle Mille e una notte si trova specialmente nella raccolta Hikayàt li ’l-amìr hattà yanàm (Storie per il principe affinché dorma), del 1978.  Nei suoi testi, in cui mescola spesso fantasia e realtà, si occupa soprattutto dei poveri e degli emarginati, ma anche dei problemi esistenziali degli intellettuali. Pubblica cinque raccolte di racconti, un racconto lungo, un romanzo e due romanzi brevi. La singolarità creativa, la rocambolesca vita anticonformista e la scomparsa prematura in un incidente automobilistico sulla strada per le oasi del Deserto Occidentale ne hanno fatto una sorta di mito per gli scrittori arabi contemporanei.

Il collare e il bracciale
Traduzione e Postfazione di P. Zanelli, Messina, Mesogea, 2000, pp. 148.
Titolo originale: al-Tawq wa ’l-aswira (1975).

Ambientato durante la dominazione britannica, il romanzo è incentrato sulle vicissitudini di una famiglia di Karnak la cui tragica vicenda si svolge sullo sfondo degli antichi monumenti faraonici, ma, contemporaneamente, dei grandi eventi della Storia recente, tra cui la guerra del '48 in Palestina.  Nel testo, in cui si colgono le influenze di Steinbeck e di Faulkner, la voce del narratore onnisciente si intreccia ai dialoghi e monologhi dei protagonisti.  Le ingiustizie, i tabù, le superstizioni e le leggende del villaggio arretrato emergono così accanto alle avidità e alle passioni segrete dei personaggi, vittime di se stessi oltre che delle circostanze storiche. Dal romanzo, il cui tema centrale è la sovrapposizione di più civiltà in Egitto, è stata tratta una versione cinematografica e teatrale.

Racconti apparsi in antologie:

La montagna del tè verde, in Narratori egiziani contemporanei (a cura di C.F. Barresi) Roma, Istituto per l'Oriente, 1977, pp. 12-17 e in Fuori degli argini. Racconti del '68 egiziano (a cura di L. Casini), Roma, Edizioni Lavoro, 2003, pp. 37-42;

Il mulino dello sheikh Musa, in Narratori egiziani contemporanei (a cura di C.F. Barresi) Roma, Istituto per l'Oriente, 1977, pp. 17-23.

 

 

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