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Narrativa palestinese

Tawfiq Fayyad, Selim lo scemo.

Traduzione di I. Camera d'Afflitto, presentazione di B. Scarcia, in Palestina. Tre racconti, Salerno, Ripostes, 1984, pp. 115-133.

Selim lo scemo descrive la situazione dei campi profughi palestinesi in Cisgiordania che, dopo la sconfitta della guerra dei sei giorni, si trovarono nuovamente sotto l’occupazione israeliana. La figura di Selim rappresenta la presa di coscienza collettiva, il tentativo di scuotere i palestinesi che si sono assuefatti all’occupazione militare e non sanno più reagire.

“… Un giorno che Selim se ne stava seduto sul sentiero dei rubinetti a scherzare con le ragazze, una macchina di soldati si fermò all’improvviso in mezzo alla strada mentre uno di loro, con l’altoparlante in mano, ordinava alla gente di tornarsene a casa e di tapparsi dentro secondo l’ordine del governatore militare. Disse che avrebbero fatto fuoco su chiunque avesse indugiato, o fosse uscito dalla propria casa fino a nuovo ordine. Solo Selim si mise a ridere di loro, pensando che il soldato fosse impazzito, e quando la gente cominciò a scappare in casa e le ragazze smisero di riempire i loro secchi affrettandosi a ritornare…”

 

 

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