Autori

Saggistica

Antologie

Bibliografia

Indietro


 

 

 



Palestina

I rappresentanti della narrativa palestinese si possono dividere in due gruppi: quelli che nel 1948, alla fondazione dello stato di Israele, lasciarono il paese, dando vita alla diaspora palestinese, e quelli che restarono in Israele, diventando cittadini arabi israeliani.
Al primo gruppo appartiene il critico letterario Giabra Ibrahim Giabra (1920-1995), emigrato nel 1948 in Iraq, tanto da essere considerato uno dei più autorevoli esponenti della letteratura irachena. É autore di diversi romanzi, tra cui La nave  e I pozzi di Betlemme (pubblicati in Italia dall’editore Jouvence, 1994 e 1997).
Tra i numerosi altri autori palestinesi della diaspora che hanno dato il proprio contributo alla narrativa contemporanea, oltre a Samira ‘Azzam (Palestinese! E altri racconti, Edizioni Q, 2003), spicca la figura di Ghassan Kanafani (1936-1972).
La vita di Kanafani può essere considerata una sintesi delle vicende palestinesi. I suoi romanzi più noti sono Uomini sotto il sole (Sellerio, 1991) e Ritorno a Haifa (Edizioni Lavoro, 2002). Kanafani é il più insigne rappresentante di quei palestinesi che dall'esilio hanno contribuito con la loro opera artistica (oltre che scrittore, Kanafani era anche pittore), a far conoscere gli aspetti più significativi della cultura araba contemporanea. Di Kanafani è stata pubblicata in Italia anche una raccolta di racconti Se tu fossi un cavallo (Jouvence, 1993) e una pièce teatrale La porta (Ripostes, 1985). Molti suoi racconti brevi appaiono in diverse antologie di narrativa araba.
Nel secondo gruppo, quello dei palestinesi rimasti in patria, emerge la figura di Emil Habibi (1921-1996), deputato del partito comunista israeliano alla Knesset. Il suo capolavoro è Il pessottimista, la vita di un arabo di Israele (Bompiani, 2002), è stato tradotto in molte lingue. In Italia è stato tradotto ancora La sestina dei sei giorni (Ripostes, 1984) e Peccati dimenticati (Marsilio, 1997).
Per un panorama il più completo possibile della letteratura arabo-palestinese, non si può trascurare la produzione letteraria degli scrittori dei “Territori Occupati”, di cui la scrittrice Sahar Khalifa (1941-) è la più insigne rappresentante. Nella prefazione alla traduzione italiana del suo romanzo Terra di fichi d’india (Jouvence, 1996), Dacia Maraini scrive che in questo librol’autrice ci “dà la descrizione della spinosa e difficile vita di un popolo che tenta di mantenere la sua dignità all’interno di un mortificante rapporto invasore-invaso”.

 

Per un approfondimento sulla cultura palestinese si veda il volume:

CAMERA D’AFFLITTO, I., Cento anni di cultura palestinese. Roma, Carocci, 2007, pp. 263

 

Inizio pagina