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Antologie di autori egiziani

Narratori egiziani
A cura di F. Gabrieli, Milano, Garzanti, 1941, pp. 240.

Il volume raccoglie alcuni racconti di sei scrittori egiziani considerati tra i pionieri della letteratura araba moderna. Questi autori furono protagonisti di quel fervore culturale che decretò, fra le altre cose, la nascita e definitiva affermazione dei generi letterari del racconto breve e del romanzo nel mondo arabo. Come sottolinea Gabrieli, "sulla fine del sec. XIX, nel generale risveglio politico e letterario dell’Oriente musulmano, e in particolare dell’Egitto, il mondo arabo cercò di sollevarsi anche artisticamente al livello delle nazioni europee […] per la creazione di un’arte narrativa moderna" (dalla introduzione, pp. VII-VIII). Fra i vari scrittori citati in questa raccolta vi è anche Giurgi Zaydàn, nato a Beirut, ma vissuto quasi sempre in Egitto, tra le maggiori personalità intellettuali dell’epoca, che, riportando nuovamente le parole del curatore del volume, “dipinse con stile facile e colorito una grandiosa serie di affreschi umani dei quali si può dire nell’insieme che hanno i pregi e i difetti comuni a tutto il «genere» [umano], anche in Europa” (p. IX). Nel volume trova spazio anche la figura di Mahmùd Taymur, il "Maupassant dell'Oriente", la cui novella "è il più vasto e nitido specchio della vita egiziana odierna, ritratta con distaccata lucidità e vigile coscienza estetica […]. Il meglio della produzione del Taimùr ritrae la vita delle classi popolari di Egitto, urbani e rurali, nei loro istinti primitivi, nelle loro semplici passioni […]” (p. XII). Secondo quanto riporta I. Camera d’Afflitto a proposito del racconto breve, "critici e orientalisti hanno individuato proprio in Taymur il primo scrittore arabo capace di manipolare con successo e originalità questo nuovo genere letterario, anche se, soprattutto nelle prime opere, sono evidenti le influenze di autori russi quali Cechov e Turgenev, o dei francesi Maupassant, Zola, Balzac, considerati dallo scrittore i maestri del racconto.  Nel corso della sua vita Taymur scriverà oltre cinquanta opere tra raccolte di racconti, romanzi, testi teatrali e saggi critici, ma passerà alla storia della letteratura araba come il "padre del racconto arabo”.

Sono presenti i seguenti testi narrativi:

- Giurgi Zaydàn, Gli Arabi alla conquista dell’Egitto (dal romanzo Armanusa l’Egiziana) e Il corteo el’allocuzione del Mahdi (dal romanzo Il prigioniero del Mahdi), pp. 3-26;
- Mohammed Husain Haikal, Amori e nozze campestri e La morte di Zainab (dal romanzo Zainab o Zeinab), pp. 29-56;
- Mohammed Taimùr, In treno, Il fischietto della festa, Gratis ai poveri e Ramadàn al Caffè Matatia (novelle da Quel che vedono gli occhi), pp. 59-84;
- Mahmùd Taimùr, Lo sheikh Giuma, La tomba dei quaranta, La commedia della morte, Dio gli usi misericordia, Hagg Shelebi, L’imàm Sheikh Naim, Il becchino del villaggio, Un uomo terribile e Le cervella di vitello (novelle), pp. 87-193;
- Tawfìq al-Hakìm, Scene e figure della campagna egiziana (dal romanzo Il ritorno dello spirito), pp. 197-224;
- Taha Husain, Ricordi d’infanzia (dal Libro dei GiorniI giorni), pp. 227-237.

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