Letteratura araba contemporanea

Isabella Camera d'Afflitto

Roma, Carocci, 2002, pp. 359, 1^ edizione 1998 pp. 360

Estratto dal cap. I (pp. 18-21)

Un breve esame delle condizioni sociali della regione vicino orientale, alla fine del XIX secolo e all’inizio del XX, aiuterà a comprendere la svolta della rinascita araba, al-nahdah, che pose fine al periodo della decadenza, il cosiddetto inhitat, che aveva condotto il mondo arabo verso una stasi e un ritardo in campo culturale e civile rispetto al mondo occidentale.
Con la nahdah finisce infatti l’epoca denominata dell’ignoranza e dell’oscurantismo, ‘ahd al-gahl wa’l-zalam, cominciata nel xiii-xiv secolo e caratterizzata da un forte impoverimento culturale.
E' difficile stabilire con esattezza la fine del periodo della decadenza - non ancora sufficientemente studiato - anche se generalmente viene fatta risalire alla seconda metà del XIX secolo, in gran parte come conseguenza della penetrazione europea. Ma mentre in Egitto la rinascita cominciata con Muhammad ‘Ali (1769-1849) segna soprattutto una ripresa in campo economico e sociale, nella regione siro-libanese, già prima della spedizione napoleonica in Egitto (1798-1801), si era manifestata una rinascita linguistica e culturale, ad opera delle locali comunità cristiane [...]
Dunque quando si fa riferimento alla nahdah si parla di un movimento di rinascita sociale, politica e letteraria composito, che non apparve improvvisamente in un tempo stabilito. Si trattò infatti di un processo lento e graduale, i cui primi segnali si registrano alla fine del Settecento, che si rafforzò nel corso del secolo successivo, stimolato in ogni paese da cause diverse. In qualche ambiente islamico si preferisce parlare di riformismo, islah, mentre alcuni studiosi di letteratura araba hanno sostituito il termine nahdah con tanwir (una sorta di “illuminismo”), paragonabile al movimento culturale francese del XVIII secolo, poiché secondo loro il tanwir risponde più correttamente al movimento arabo di “rinascita” [...]
Nel complesso il periodo tra la fine della decadenza e l’inizio della rinascita è caratterizzato da un grande fermento culturale, che vide la ripresa delle attività letterarie in un rinnovato contatto con la civiltà occidentale. In questa rinascita, che si manifesta in tutti i campi, dalla poesia, alla narrativa, alla saggistica, i letterati cercarono non senza difficoltà di liberarsi del passato e di adeguarsi alle nuove esigenze del mondo moderno [...]
La tesi sostenuta in generale dagli studiosi occidentali secondo cui una prima svolta culturale si ebbe in seguito alla campagna napoleonica in Egitto nel 1798, non è condivisa da altri orientalisti, come Hamilton Gibb, che definì la spedizione francese in Egitto comme une goutte d’eau sur le dos d’un canard; tesi sostenuta anche dagli egiziani che, nella Costituzione, la Carta Nazionale promulgata nel 1962, così puntualizzano: «La spedizione francese all’inizio del xix secolo non fu, come dicono alcuni storici, il fattore essenziale del risveglio egiziano. Arrivando in Egitto questa spedizione trovò l’università islamica di al-Azhar animata da correnti innovatrici che avevano oltrepassato le sue mura per estendersi a tutta la vita in Egitto».
Per il siriano Antun al-Maqdisi, invece, quando la spedizione francese si è ritirata, in Egitto è rimasto l’Occidente [...]

[testo riportato senza note e senza traslitterazione scientifica]

 

 

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