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Radwa Ashur

Nasce al Cairo dove tuttora vive e insegna Inglese e Letteratura Comparata all’Università ‘Ayn Shams.  Debutta nella narrativa nel 1983, con al-Rihla: ayyàm tàliba misriyya fì Amìrìka (Il viaggio: i giorni di una studentessa egiziana in America), in cui parla della propria esperienza di studio negli Stati Uniti, dove consegue il dottorato con una tesi sulla letteratura afro-americana.  Oltre a saggi di critica letteraria scrive romanzi e racconti tutti incentrati su figure femminili, mostrando anche un forte interesse per le problematiche storiche. Il suo lavoro più famoso, Gharnàta (Granada), è stato premiato come "miglior romanzo del 1994” alla Fiera Internazionale del Libro del Cairo, così come la trilogia di cui fa parte ha ottenuto il massimo riconoscimento al primo Salone del Libro delle Donne Arabe, tenuto nella capitale egiziana nel 1996. Per la stessa opera, nonché per Atyàf (v.), l’autrice ha ricevuto, nel 2003, un’onorificenza assegnata dall’Ente Generale dell'Editoria e dalla Fiera Internazionale del Libro del Cairo a dodici intellettuali arabi.

 

Opere in italiano:

Atyàf.  Fantasmi dell'Egitto e della Palestina
Traduzione e Postfazione di P. Zanelli, Nuoro, Ilisso, 2008, pp. 219. 
Titolo originale, Atyàf (1999).

Shagar, la protagonista, è una studiosa di Storia egizia, il cui percorso formativo viene segnato dalla Guerra dei Sei Giorni del '67: da allora non riesce più a pensare all'era dei faraoni, ma decide di interessarsi a quello che succede intorno a lei. In questo romanzo incentrato sul legame tra sfera individuale e realtà collettiva, l’autrice accosta il racconto della vita della protagonista alle proprie memorie personali.  Radwa Ashur appartiene a una famiglia egiziana colta e benestante e, dal 1970, è sposata con il poeta palestinese Murid al-Barghuthi.  Ha scritto Atyàf nel 1998, cinquantesimo anniversario della prima guerra arabo-israeliana, avvenimento cruciale di cui evoca uno degli episodi più tragici.  Ma in quest'opera ha voluto anche rendere omaggio al femminismo egiziano e alla letteratura araba, oltre che lanciare un messaggio di speranza per tutti. 

Per scaricare la postfazione di Patrizia Zanelli clicca qui.

Racconti apparsi in antologie:

Ho visto una palma (trad. di Giuseppe di Rosa), in Lo specchio degli occhi: le donne arabe si raccontano (a cura di Younis Tawfik), Torino, Ananke, 1998, pp. 109-115.

Un omicidio pulito, in Parola di donna, corpo di donna: antologia di scrittrici arabe contemporanee (a cura di V. Colombo), Milano, Mondadori, 2005, pp. 227-236.

 

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